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Brindisi Multiservizi, Luperti: “Minacce di stile mafioso da parte di un dipendente, denuncerò e andrò avanti, l’azienda va chiusa, ora basta”

Brindisi Multiservizi, Luperti: “Minacce di stile mafioso da parte di un dipendente, denuncerò e andrò avanti, l’azienda va chiusa, ora basta”
Denuncia pubblica del Consigliere Lino Luperti nel Consiglio Comunale Monotematico di questa mattina, giovedì 26 settembre 2024, seduta consiliare dedicata alla Brindisi Multiservizi. E proprio alla partecipata sarebbe legato il motivo di quanto affermato da Luperti e alla sua contrapposizione, già dichiarata più volte, alla volontà dell’Amministrazione comunale di negoziare sulla crisi che avvolge proprio l’azienda partecipata.
Il consigliere comunale ha quindi denunciato pubblicamente di aver ricevuto minacce di natura mafiosa proprio per  la sua linea politica sulla Multiservizi e nel particolare ha raccontato agli operatori dell’informazione che queste minacce sarebbero il contenuto di una registrazione, probabilmente un messaggio vocale e la presa diretta di una conversazione, nella quale un dipendente della azienda avrebbe dichiarato che lo avrebbe fatto mettere in ginocchio e che avrebbe poi proseguito con altro. Luperti ha concluso dicendo: “Conoscendo il soggetto, non mi meraviglio che si sia espresso così”.
L’idea dell’Amministrazione è quella di procedere con una nomina, da parte della Camera di commercio di Bari, di un advisor che, in accordo con i creditori, dovrebbe discutere la rinegoziazione del debito, inoltre, l’advisor dovrebbe portare avanti il piano industriale proposto dall’Amministratore Unico di Multiservizi. Su questo Luperti, come già detto, ha più volte espresso la sua opinione su una chiusura dell’azienda anzichè trascinare nel tempo la questione.
Tornando alle minacce Luperti ha dichiarato di voler procedere con le denunce agli organi competenti, una volta che riceverà la documentazione del caso, peraltro già richiesta al sindaco, questo proprio perchè, come dichiarato dallo stesso consigliere: “Non possiamo farci intimorire, la Bms non è un bancomat, ora basta”.

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