Venerdì 15 novembre la presentazione del libro “La giusta direzione. Storia di un Magistrato” di Antonio De Donno
Nasce da una consolidata collaborazione fra Scuola di Formazione “A. Caponnetto”, il Polo BiblioMuseale di Brindisi e la Fondazione Tonino Di Giulio, la presentazione del nuovo libro “La giusta direzione. Storia di un Magistrato” di Antonio De Donno, Procuratore della Repubblica di Brindisi, che si svolgerà Venerdì 15 novembre, ore 17:30, al Museo Ribezzo di Brindisi – piazza Duomo 7.
Dopo l’intervento introduttivo del Direttore del Polo BiblioMuseale di Brindisi Arch. Emilia Mannozzi e del Vice Presidente Nazionale “Scuola di Formazione A. Caponnetto” Prof.ssa Raffaella Argentieri, il Prof. Nando Benigno Coordinatore Nazionale “Scuola di Formazione A. Caponnetto”, dialogherà con l’Autore.
A conclusione, saluti di ringraziamento con Rappresentanti Istituzionali, Istituti Scolastici, Associazioni del territorio.
La cittadinanza è invitata.
Con il suo libro, il Dott. Antonio De Donno ripercorre la propria carriera di magistrato in parallelo alle vicende più salienti della storia d’Italia e del Salento.
Dopo gli studi alla Sapienza di Roma, dove assiste agli scontri politici degli anni Settanta, ottiene il primo incarico come giudice istruttore del Tribunale di Voghera occupandosi in particolare di terrorismo e del caso Sindona.
Rientrato a Lecce nel 1990 come pubblico ministero, trova un territorio in balia della Sacra Corona Unita: decine di omicidi, faide tra clan, estorsioni, traffico di droga, contrabbando di sigarette, attentati…
Con la nascita della Direzione Distrettuale Antimafia la piega sembra cambiare, e le indagini grazie anche ai collaboratori di giustizia e alle nuove tecnologie di investigazione portano ai maxi-processi. Il territorio sembra trovare sollievo dalla criminalità organizzata, ma le mafie hanno solo vestito altri panni.
L’incarico di procuratore aggiunto a Lecce e poi a Brindisi consentono a De Donno di avere un osservatorio privilegiato su un territorio che va trasformandosi e crescendo, mentre l’azione delle mafie diventa più subdola e nascosta e la violenza privata prende il posto di quella organizzata.
La sua è una battaglia costante per diffondere la cultura della legalità, dell’antimafia, del rispetto degli altri, incentrata sui valori della cittadinanza attiva e responsabile, una battaglia che va raccontata e in cui devono essere coinvolti soprattutto i giovani, interlocutori privilegiati.