“ I limiti della qualità dell’aria cambiano ma non risultano più rispettati”

“ I limiti della qualità dell’aria cambiano ma non risultano più rispettati”
La qualità dell’aria a Brindisi è un tema di primario interesse per la salute pubblica essendo presenti emissioni di vario tipo tra cui spiccano, per la loro particolare composizione di inquinanti, quelle industriali e marittime.
Il 10 maggio scorso dallo zuccherificio situato in area industriale un fumo nero si è levato per l’incendio in un impianto. Un vento settentrionale ha impedito che il fumo giungesse in città.
Sul sito di ARPA Puglia non è disponibile nessuna relazione sull’accaduto e i valori di inquinanti misurati delle centraline, ancorché idonee a rilevare l’inquinamento da traffico veicolare piuttosto che industriale, non presentano superamenti dei limiti di legge attualmente in vigore
Il 29.12.20221 l’Istituto Superiore di Sanità, in un documento prodotto nel procedimento di VIA per la riconversione a gas della Centrale di Cerano, progetto – come è noto – non più in programma, scriveva che se pure i valori della qualità dell’aria a Brindisi rispettavano i limiti introdotti dalla normativa del 2005, tuttavia con l’adozione dei nuovi limiti dell’OMS, più bassi, non verrebbero più rispettati.
In merito alla qualità dell’aria risulta utile ricordare che l’OMS ha presentato, il 22 Settembre us, le nuove Air Quality Guidelines (AQG), le quali raccomandano valori di riferimento più restrittivi di quelli precedentemente pubblicati nel 2005. Secondo le citate Linee Guida, per il PM 10 il nuovo valore limite annuale è di 15 µg/m3, per il PM2,5 è di 5 µg/m3 e per l ‘NO2 il nuovo valore limite annuale è di 10 µg/m3Nell’area controllata dalle stazioni della provincia di Brindisi, le concentrazioni medie annuali di PM10 nel 2019 variano tra 15 µg/m3 (Cisternino) e 28 µg/m3 (Torchiarolo Don Minzoni). Tali valori superano il nuovo livello medio annuale AQG di 15 µg/m3….Per il PM2.5, nelle stazioni dell’area il valore più elevato registrato è stato di 18 µg/m3 mentre quello più basso è di 11 µg/m3Anche in questo caso, in tutte le stazioni non viene rispettato né il precedente valore di AQG di 10 µg/m3 né l’attuale aggiornato di 5 µg/m3•. I valori medi annuali di N02 variano-tra 7 e 22 µg/m3  in tutte le stazioni viene rispettato il limite obiettivo intermedio di 20 µg/m3 ad eccezione delle stazioni di Brindisi-Cappuccini, Brindisi-Via dei Mille, Brindisi-via Taranto nelle quali si registrano rispettivamente valori di 22 µg/m3, 22 µg/m3, 21 µg/m3”.
Alla luce di quanto riportato ben presto quella che è stata considerata una buona qualità dell’aria, non lo sarà più. L’OMS ha da tempo segnalato che i limiti italiani ed europei non erano sicuri per la salute e dopo decenni di deroghe, ora i nuovi livelli dovranno essere rispettati.
Tutti ricorderanno la vicenda Torchiarolo nella quale si diede la responsabilità degli sforamenti ai caminetti. Il Comune ha anche perso un ricorso dinanzi al Consiglio di Stato ma non perché la quota di particolato venisse in prevalenza dai caminetti, ma perché la Regione Puglia  aveva fatto tutto il possibile per contrastare il fenomeno, e cioè aveva chiesto di riaprire l’AIA della centrale a carbone e aveva imposto l’uso di filtri sui caminetti. Il consulente del Consiglio di Stato, nella relazione di verificazione del 30.4.2018 – si legge nella sentenza del 22.7.2019 della Quinta Sezione – “ha ritenuto che le attività domestiche – combustione di legna legata ad attività agricole stagionali e utilizzo di biomassa legnosa  negli impianti di riscaldamento residenziali – del Comune di Torchiarolo e le attività industriali della Centrale Enel Federico II e del complesso industriale di Brindisi contribuiscono in maniera pressocchè equivalente al particolato atmosferico misurato nell’area di Torchiarolo”.
Così come si ricorderà la vicenda della concessione dell’area di porto interno come ormeggio per rimorchiatori proprio di fronte all’abitato: anche i “dati analitici ottenuti dalle misure eseguite con centralina fissa sulla banchina “Sciabiche” a ridosso dell’area portuale di stazionamento dei rimorchiatori” nel giugno e luglio 2019, allora più bassi dei limiti di legge, se confermati oggi supererebbero in quasi tutti i saggi i nuovi valori della OMS in via di recepimento dalla normativa.

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