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Al Verdi di Brindisi il decennio d’oro del rock con “Billboard 80”

Al Verdi di Brindisi il decennio d’oro del rock con “Billboard 80”
“Billboard 80: un viaggio nella musica rock degli anni Ottanta” è il secondo appuntamento di “Verdi in Rock”, la rassegna di concerti che la Fondazione Nuovo Teatro Verdi ha ideato per raccontare la storia e le evoluzioni del rock attraverso il talento delle scuole musicali della città. Protagonisti della serata gli allievi del MAB Music Academy Brindisi, accompagnati dai loro maestri, in un viaggio sonoro che ripercorre un decennio fondamentale per la musica contemporanea.
Mercoledì 5 marzo, con inizio alle ore 20.30, il foyer del teatro diventa il punto di partenza per un’immersione totale negli anni Ottanta, un decennio che ha segnato una svolta decisiva nella musica rock contaminandola con nuove sonorità, tecnologie emergenti e un impatto visivo senza precedenti. Dall’esplosione delle immagini su MTV all’ingresso della computer grafica nei videoclip, dal rock da stadio alle contaminazioni con il pop, fino ai suoni graffianti delle chitarre elettriche che scandivano l’eccesso di un’epoca irripetibile, il concerto è una sintesi del decennio che ha definito un’intera generazione.
I biglietti – posto unico, euro 10,00 – sono disponibili online su rebrand.ly/Billboard80 e al botteghino del teatro, aperto dal lunedì al venerdì dalle 11 alle 13 e dalle 16.30 alle 18.30, mentre il giorno dello spettacolo dalle 11 alle 13 e dalle 19 alle 20.30. Info T. 0831 562 554 e botteghino@nuovoteatroverdi.com.
Sarà un viaggio attraverso brani che hanno segnato l’immaginario collettivo, pezzi che ancora oggi risuonano nelle playlist, nei film, nelle cover band e nei vinili gelosamente custoditi. “Another Brick in the Wall” dei Pink Floyd è una dichiarazione di dissenso generazionale che ha valicato i confini della musica per diventare un grido universale. Poi
l’energia funk-rock di “Another One Bites the Dust” dei Queen, con il suo basso pulsante e il ritmo incalzante che lo rendono uno dei brani più riconoscibili dell’epoca. E ancora, la psichedelia struggente di “Comfortably Numb”, una delle vette espressive della band di Gilmour e Waters, con un assolo che è ormai leggenda.
Ma gli anni Ottanta sono anche l’epoca in cui il rock flirta con il passato, lo riprende e lo trasforma, come accade in “Crazy Little Thing Called Love”, il brano che i Queen plasmano su misura per rendere omaggio a Elvis Presley e al rock’n’roll delle origini. E c’è il punk-rock dei Clash con “Should I Stay or Should I Go”, brano carico di tensione e
irriverenza, colonna sonora di innumerevoli momenti di ribellione e libertà. In un’epoca dominata da grandi produzioni e suoni levigati, Joan Jett tiene alta la bandiera del rock essenziale e viscerale con “I Love Rock ‘n’ Roll”, un pezzo che è diventato una dichiarazione di intenti, un invito a non abbandonare mai il richiamo delle chitarre distorte.
Gli AC/DC con “You Shook Me All Night Long” portano il loro marchio riconoscibile, un rock potente e diretto, pensato per il grande pubblico ma sempre fedele alla sua energia.
Poi arriva “Eye in the Sky” degli Alan Parsons Project, pezzo che porta il rock in una dimensione più riflessiva, con atmosfere sognanti e melodie avvolgenti. Prince con “Purple Rain” stravolge tutto, trascendendo il concetto stesso di rock: una ballata intensa, emotiva, un crescendo che cattura e commuove mostrando la straordinaria versatilità di un
artista che ha saputo reinventarsi costantemente.
“Money for Nothing” dei Dire Straits è la perfetta sintesi di cosa fosse il rock anni Ottanta: un riff iconico, una produzione curata nei minimi dettagli e un testo che fotografa, con ironia, il mondo dorato delle rockstar viste dall’esterno. Poi arriva il momento dell’hard rock da stadio con “Livin’ on a Prayer” di Bon Jovi, pezzo che ha segnato una generazione e che ancora oggi è sinonimo di energia e speranza. E il romanticismo ribelle trova il suo manifesto in “Sweet Child O’ Mine” dei Guns N’ Roses, con quell’arpeggio iniziale che è ormai tra i più riconoscibili della storia della musica.
Il suono si fa più cupo e aggressivo con “Enter Sandman” dei Metallica, un brano che segna l’inizio di un’era nuova, un heavy metal più accessibile ma sempre feroce, pronto a imporsi sulle classifiche mondiali. Infine, a chiudere il cerchio, arriva “Rockin’ in the Free World” di Neil Young, un pezzo che è insieme un grido di protesta e una celebrazione dell’anima più ruvida e autentica del rock, un ritorno alle radici prima che il decennio si concluda.
Il concerto regala l’occasione di rivivere un’epoca irripetibile attraverso il talento degli allievi del MAB Music Academy Brindisi. Una serata in cui il rock torna a suonare dal vivo con tutta la sua forza evocativa, la sua capacità di emozionare e la sua incredibile resistenza al tempo. Perché quella degli anni Ottanta è una dimensione musicale che
continua a influenzare il presente, un ritmo che non smette mai di far battere il cuore.
Voci: Chiara Pica, Flavia Cavallaro, Francesca Zullino
Batteria: Nicole Di Cicco
Chitarre: Azzurra Rini, Gaetano Giuliani, Mattia Pinto
Basso: Marika Petri
INSEGNANTI A SUPPORTO:
Marco Calabretti – batteria
Giuseppe Romano – basso
Veronica Moscara – canto
Maura Palumbo – pianoforte
Silvia La Grotta – violino
Dario Nigro – chitarra
PROGRAMMA:
1. Pink Floyd – Another Brick in the Wall
2. Queen – Another One Bites the Dust
3. Pink Floyd – Comfortably Numb
4. Queen – Crazy Little Thing Called Love
5. The Clash – Should I Stay or Should I Go
6. Joan Jett & The Blackhearts – I Love Rock ‘n’ Roll
7. AC/DC – You Shook Me All Night Long
8. The Alan Parsons Project – Eye in the Sky
9. Prince & The Revolution – Purple Rain
10. Dire Straits – Money for Nothing
11. Bon Jovi – Livin’ on a Prayer
12. Guns N’ Roses – Sweet Child o’ Mine
13. Metallica – Enter Sandman
14. Neil Young – Rockin’ in the Free World

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