Brindisi, “Casanova Opera Pop”, al Verdi il maestoso musical di Red Canzian
Arriva finalmente a Brindisi, martedì 3 gennaio al Nuovo Teatro Verdi – sipario ore 20.30 -, l’atteso musical, o meglio opera pop come la definiscono gli autori, “Casanova”. Si tratta di uno straordinario kolossal musical-teatrale ambientato nella Venezia del Settecento e dedicato a uno dei personaggi italiani più noti al mondo, Giacomo Casanova, concepito, composto e prodotto da Red Canzian e tratto dal best-seller di Matteo Strukul “Giacomo Casanova – la sonata dei cuori infranti”. I biglietti sono disponibili in botteghino, aperto tutti i giorni dal lunedì al venerdì salvo i festivi dalle 11 alle 13 e dalle 16.30 alle 18.30, e anche online alla pagina shorturl.at/jxASY.
Due ore di spettacolo in due atti, 21 performer (scelti tra 1.700 candidati) e dieci ballerini, 35 canzoni inedite, oltre trenta cambi scena costruiti con una tecnica di proiezioni ad altissima definizione dall’effetto immersivo, scelte stilistiche innovative, 120 costumi disegnati da Desirée Costanzo, l’art work firmato da Milo Manara e la regia di Emanuele Gamba. Phil Mer, ex batterista dei Pooh, è qui in veste di arrangiatore delle musiche registrate dall’Orchestra Sinfonica di Padova e del Veneto, diretta dal M° Carmelo Patti. C’è tutto. La fiamma che accende il cuore, il vento dell’estate concentrato in un bacio, l’acqua dei canali che culla e non dà quiete. L’amore e il calore dell’amicizia. L’ottimismo e la fiducia nel futuro.
Il musical – con la regia originale di Emanuele Gamba, la cui esperienza va dalla prosa all’opera con Claudio Abbado e al teatro musicale con “I Promessi Sposi” di Michele Guardì – racconta Giacomo Casanova in un’età intorno ai 35 anni, al rientro dall’esilio e strenuo difensore di Venezia dai giochi di potere che la vorrebbero venduta allo straniero, e ha avuto una gestazione particolarmente lunga: Red Canzian ha impiegato due anni per creare il “suo” Casanova, ma lo pensava da 12 anni. «Ho cullato a lungo l’idea di comporre un’opera musicale dedicata alla città di Venezia, forse l’unica al mondo di tale notorietà a non avere un ‘suo’ musical, e a Giacomo Casanova, uno dei personaggi italiani universalmente conosciuti, ma finora raccontato in una chiave sempre un po’ monotematica, mentre io volevo rappresentarlo nelle tante sfumature che fanno di lui una delle figure storiche più interessanti che l’Italia e Venezia in particolare possono vantare».
L’allestimento è pensato per creare e raffigurare una realtà immersiva, fatta di fotografie scattate nella Venezia deserta durante la pandemia e trattate al computer in modo da restituire ambientazioni della città e dei suoi luoghi di un iperrealismo spiazzante, capace di trasportare gli spettatori dentro i luoghi di una Venezia settecentesca: i bacari, le calli, i Palazzi della nobiltà, le Cattedrali, Piazza San Marco, la laguna, la prigione dei Piombi, e quelli della fuga fra i boschi e i Castelli del Nord Italia prima del ritorno di Casanova da salvatore della Serenissima nella Venezia del Doge e innamorato – finalmente – della giovane Francesca Erizzo, figlia dell’aristocrazia veneziana ma, come il suo amato, dal cuore assetato di giustizia e libertà.
In scena, nella parte di Giacomo Casanova troviamo Gian Marco Schiaretti, uno dei talenti più puri cresciuti in Italia e di successo anche all’estero. Accanto a lui, nella parte dell’incantevole e volitiva Francesca Erizzo, destinata a conquistarne il cuore, la giovane e già affermata Angelica Cinquantini, volto familiare della fiction televisiva. Il ruolo dei malvagi, pronti ad approfittare di un momento di fragilità della Serenissima e del Doge che la governa, è affidato a Gipeto, che interpreta il potente e corrotto Inquisitore Pietro Garzoni, pronto a spazzare via senza il minimo scrupolo tutto ciò che gli è da ostacolo per ottenere il potere del porporato, e a Manuela Zanier, ovvero la perfida Contessa von Steinberg, nobile austriaca non insensibile al fascino di Casanova, ma pronta a tessere trame mortali per inseguire il proprio interesse ed esercitare il proprio fascino secondo convenienza. Con loro in scena, a dipingere il quadro di una Venezia la cui storia e salvezza si giocano fra i bacari popolati da varia umanità e i ricchi palazzi del potere, una serie di personaggi dalle sfaccettature diverse.
La ragione di questo successo Red Canzian sa raccontarla molto bene. «La prima è che questo è il primo grande musical tutto italiano dopo quelli di Garinei&Giovannini, con decine di persone del palco, decine di cambi d’abito e 35 cambi di scena. Dal punto di vista tecnologico è all’avanguardia e le proiezioni in 3D ad altissima definizione danno l’impressione di essere veramente a Venezia. E poi le musiche e le atmosfere sono molto diverse: si va da pezzi quasi sinfonici al pop, al rock e le registrazioni con una grande orchestra sinfonica». E sulla sua versione di Casanova, Canzian spiega: «Sono stato fedele al testo di Strukul. Casanova è sì un avventuriero, una spia: ci sono duelli, inseguimenti e fughe, ma è anche un uomo innamorato. Gran parte delle sue avventure nascono dalla sua ricerca di Francesca Erizzo, di cui è perdutamente innamorato». E ci sarà un finale lieto? «Ovviamente! L’happy end più bello che ci sia: il trionfo dell’amore».