“Diritto alla salute e diritto all’assistenza per i fragili negati in Provincia di Brindisi”
Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma dei co-portavoce di Europa Verde provincia di Brindisi Caterina Marini
Domenico Turrisi
Il sistema sanitario nazionale in Italia è in forte difficoltà da anni, e la concausa pandemica del COVID19 ha solamente aggravato una situazione già fortemente compromessa dai tanti tagli agli investimenti e alle spese generali (nei quali rientrano anche i costi del personale medico e paramedico) perpetrati anche in nome di un efficientamento economico e funzionale della spesa pubblica. Data questa premessa però, noi di Europa Verde prov. di Brindisi non possiamo non denunciare come la condizione del servizio sanitario e dei livelli assistenziali in provincia di Brindisi sia drammaticamente INSUFFICIENTE e CARENTE al punto da negare quel diritto alla salute sancito dall’art. 32 della Costituzione Italiana. Ci chiediamo se il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e l’Assessore alla Sanità Rocco Palese abbiano contezza delle condizioni in cui versano i 3 Presidi Ospedalieri rimasti funzionanti al servizio dei circa 380mila residenti della provincia di Brindisi. E ci chiediamo se siano ugualmente informati della forte carenza strutturale in termini di personale medico e paramedico che, sottodimensionato rispetto alle necessità di un corretto funzionamento del sistema, si ripercuote non solo sulla qualità del servizio fornito a danno dell’utenza, ma anche delle condizioni di lavoro degli addetti dei servizi sanitari, in particolare delle strutture di Pronto Intervento e di Pronto Soccorso. A tal proposito, si denuncia come i tempi di attesa della presa in carico del malato, anche con codici di emergenza elevati, siano biblici a causa di carenza di personale e non sempre senza evoluzioni drammatiche. E si denuncia come, nella maggioranza dei casi, il diritto e l’accesso alla diagnosi e alla cura siano negati agli individui meno abbienti o senza reddito, perché impossibile per gli stessi ricorrere ai servizi in intramoenia e tanto meno privati. Similmente e paradossalmente grave è la condizione degli uffici amministrativi della ASL-BR che dovrebbe assicurare il disbrigo delle pratiche necessarie alla fornitura dei servizi domiciliari e alla persona per i malati e i disabili gravi. Tempi di attesa nei rinnovi delle forniture del servizio che arrivano sino a 2mesi, con gravi ripercussioni in termini di assistenza al limite della violazione del diritto inalienabile alla salute e alla cura e che, per le famiglie meno abbienti, determinano addirittura un’incapacità di assicurare ai propri cari le dovute cure e assistenze. Tutto ciò è causato sempre dalla carenza di personale che sempre viene sovraccaricato in modo eccessivo a fronte di una richiesta elevata e che non vede neppure una sostituzione in caso di ferie o malattia.
Pertanto, siamo consapevoli che agli occhi del Ministero della Salute sia la somma totale della spesa “pugliese” che determina la valutazione di efficienza della spesa sanitaria regionale, ma la ripartizione di questo totale non può avvenire avvantaggiando alcune province a danno di altre. La mobilità passiva tra le provincie pugliesi determina, comunque, un danno all’intera offerta sanitaria regionale sovraccaricando le strutture che presentano una condizione di servizi al malato migliore, con effetti non diversi da quelli causati dalla mobilità passiva verso altre regioni. E il Tribunale del Malato non avrebbe alcuna difficoltà a intervenire in difesa dei diritti lesi di tutti quei malati gravi e delle persone non più autosufficienti che, abbandonati a sé stessi, rischiano di avere danni irreversibili a causa dell’assenza di un servizio che gli è dovuto. Visto lo scenario delineato dalla NADEF che indica un ridimensionamento della spesa sanitaria per il triennio 2023-2025, è il caso che la condizione del servizio sanitario della provincia di Brindisi venga quanto prima preso in carico e sottoposto ad un’attenta valutazione a cui, si auspica, facciano seguito azioni correttive.