Fasano, “Sconosciuto. In attesa di rinascita”, al Teatro Sociale è il monologo di Sergio Del Prete a chiudere la rassegna di Teatro OF
Come reagiremmo se scoprissimo che prima di venire al mondo nostra madre abbia subìto un aborto? Quali sarebbero i nostri pensieri sul fratello mai conosciuto e le incognite sull’aver corso lo stesso rischio?
“Sconosciuto. In attesa di rinascita” racconta la storia di un uomo che lo ha vissuto sulla propria pelle. Sergio Del Prete, nel ruolo di interprete, autore e regista, porterà in scena al Teatro Sociale la pièce che chiuderà il cartellone di Teatro OFF, organizzato dalla compagnia SenzaConfine di Fasano.
Il terzo e ultimo appuntamento andrà in scena domenica 12 maggio alle 20.30.
Il racconto nasce dall’esigenza di mettersi al centro di se stessi, trovare l’essenzialità della propria vita, cercare di rendersi esempio. Essere sopravvissuti ad un aborto oppure essere scelti? E in base a quale criterio? “Se fossi nato tu al posto mio, io dove sarei stato? Io sono nato solo perché non sei nato tu o perché volevano proprio me?”. Partendo da questa comprensibile domanda, il protagonista racconta il suo dramma interiore, fatto di una vita di dubbi, appesantita da un’assordante incomunicabilità e da contesti degradati.
Un monologo che coglie nel segno, fa emozionare e lascia spazio a importanti riflessioni di “rinascita”, perché in fondo è il desiderio che tutti nutriamo dentro noi: essere accolti.
L’evento è a firma della compagnia SenzaConfine e rientra nel cartellone artistico dell’ATS Katharà nell’ambito del progetto di gestione del Teatro Sociale in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese e con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Fasano.
La sinossi.
Il testo nasce dall’esigenza di mettersi al centro di se stessi, trovare l’essenzialità della propria vita, cercare di rendersi esempio. È la storia di un uomo che viene a sapere da una banale lite tra i propri genitori che, prima che lui nascesse, la madre ha subìto un aborto. Questa notizia lo sconvolge a tal punto da fargli nascere dei dubbi sulla propria esistenza, iniziando un dialogo/invettiva nei confronti del fratello, “Se fossi nato tu al posto mio, io dove sarei stato? Io sono nato solo perché non sei nato tu o perché volevano proprio me?”.
Dubbi che accompagnano una vita fatta di incomunicabilità e contesti degradati, un degrado di provincia, periferico, non solo fisico, ma emotivo. Ma è Marta, una prostituta conosciuta da ragazzo e la voce di suo fratello, che gli faranno capire quanto sia importante tuffarsi in un mare fatto di vita e di quanto sia difficile guardare e guardarsi. Uno sconosciuto simbolo di vite non abituate più a guardare, ad approfondire, ad ascoltare, di un’estrema voglia di vita e di parole dolci. “Bisognerebbe avere il coraggio dei ragazzi che si lanciano dagli scogli per tuffarsi ed essere accolti”. In fondo è ciò che desideriamo tutti nella vita: essere accolti. Una visione estrema, aperta, sincera, periferica d’animo, sulla realtà ma soprattutto sulla voglia di trovare stimoli per andare avanti, per guardare la bellezza, nonostante tutto.