Le famiglie di 76 lavoratori a rischio per i licenziamenti Sir. A Costa Morena monta la protesta, bloccato l’ingresso
Sit in di protesta nella mattinata di oggi, venerdì 19 luglio, a Costa Morena nel primo giorno di licenziamenti di una parte dei 76 lavoratori lavoratori della azienda “Sir”, incaricata della movimentazione del carbone tra Costa Morena Est e la centrale Federico II di Cerano. I sindacati CGIL, CISL e UIL trasporti che danno manforte ai lavoratori in questa protesta lamentano la mancata collaborazione della ditta Sir sulla richiesta di sospendere i licenziamenti in attesa della audizione in Regione con il Presidente della Task Force Regionale Leo Caroli.
Preoccupati e arrabbiati per il trattamento riservatogli, i lavoratori interessati dai licenziamenti che da questa mattina, sotto il controllo delle forze dell’ordine, hanno bloccato l’ingresso di camion e mezzi pesanti fino a quando, dichiarano lavoratori e sindacalisti, non riceveranno risposte alle proprie istanza e soprattutto la volontà di trovare una soluzione dopo i tanti tavoli tecnici che si sono susseguiti nei mesi scorsi ma che non hanno portato a nulla.
I licenziamenti si completeranno a dicembre 2024, diverse famiglie sono a rischio e non vedono luce in fondo al tunnel, intanto la Sir ha anche rifiutato di attivare la cassa integrazione. I sindacati richiedono a gran voce risposte immediate e misure attive.
Lo spostamento dell’incontro presso la task force regionale per l’occupazione, al giorno 24 p.v. – previsto inizialmente per il 19 u.s. – ha comportato anche lo spostamento dell’avvio della procedura di licenziamento dei lavoratori SIR.
A nostro avviso, quella procedura va rigettata, come chiederemo in sede regionale alla presenza dell’Azienda e di Arpal, Ente con il quale la procedura va discussa.
Brindisi vive una transizione energetica assai impegnativa ed è anche per questo che da tempo la Cisl Taranto Brindisi denuncia che il momento degli annunci è terminato e che occorrono ora fatti concreti, per scongiurare una disgregazione ed una tensione sociale giunte oramai al limite della governabilità.
Non è tempo di protagonismi ma occorre unità d’intenti, perché sono in gioco i destini di lavoratori, famiglie e imprese, ovvero dell’economia del territorio.
Eppure si continua a vantare l’anticipo della chiusura della Centrale Federico II da parte del MASE e anche di Enel; ebbene si abbia il coraggio anche di dire che questo comporta l’azzeramento dei redditi, solo per ora di oltre 70 famiglie di dipendenti della SIR.
Licenziamenti che le Aziende Enel e SIR, oltre alle istituzioni nazionali e regionali, rischiano di avere sulla coscienza, se non dimostrano sensibilità e tempestività nel fornire le giuste risposte.
La Cisl e la Fit Cisl auspicano, dunque, che sensibilità politiche e responsabilità istituzionali producano interventi determinanti, affinché sia scongiurato il depauperamento economico ed industriale che rischia di abbattersi su Brindisi.
Quasi non bastasse il clima torrido di questa stagione, è assai credibile che potrebbero in tal caso infiammarsi ben altri climi!
Ed allora, si acceleri sulla convocazione del tavolo di coordinamento ministeriale sulla de-carbonizzazione, giungendovi da parte del Governo con formule di sviluppo concrete e realizzabili in tempi celeri e, magari, con un vero e proprio Accordo di Programma.
Frattanto, Regione Puglia, Governo nazionale, Enti strumentali, parti sociali, SIR ed Enel – la cui responsabilità sociale d’impresa andrebbe dimostrata anche nei periodi di burrasca oltreché delle vacche grasse – devono individuare le opportune soluzioni, utili a fermare quei licenziamenti.
La Cisl e la Fit Cisl non molleranno e seguiteranno a rivendicare partecipazione e corresponsabilità sociale, a fronte di una situazione difficilissima ed impegnativa che, come detto, è sul punto di deflagrare, come dimostrato dai presidi spontanei messi in campo da lavoratori spinti dalla disperazione.
A loro fianco continueremo a rimanere, ogni istante, fino a quando non saranno fornite le risposte opportune.