Legambiente torna a Brindisi per parlare, ancora una volta, di eolico offshore
Ad un anno esatto dall’incontro sull’eolico offshore, Legambiente torna a parlare di rinnovabili a Brindisi con l’incontro “L’eolico offshore per la decarbonizzazione del sistema energetico” pensato in attesa dell’arrivo di Goletta Verde in Puglia (previsto dal 26 al 28 a Manfredonia). Obiettivo dell’incontro di quest’anno rimane lo stesso: per Legambiente la strada da percorrere in Puglia è rinnovabile. Bisogna iniziare a pensare all’energia da fonti rinnovabili come un’opportunità di crescita, che deve per forza passare dal superamento delle fonti fossili.
Facendo riferimento ai dati del 2022 la Puglia ha consumato 15.937 GWh di energia elettrica a fronte di una capacità produttiva di 34.398 GWh. Di queste 24.836, pari al 72,2% arrivano da centrali termoelettriche, grazie ad una capacità installata di 12.545 MW. Della produzione totale il 51,6% viene prodotto da centrali a gas fossile, con 12.614 GWh, seguita dal carbone con 6.967 GWh.
Un contributo, quello delle fonti fossili, che va velocemente sostituito con quello delle rinnovabili, che, al 2022, hanno contribuito con il 27% dell’energia totale prodotta e con il 59% rispetto ai consumi interni regionali, grazie a 6.486 MW di installazioni, cresciute di 214 MW nel 2023, arrivando a quota 6.700 MW. Tra le diverse tecnologie il maggior contributo arriva dall’eolico, grazie a 2.990 MW di impianti installati (3.000 nel 2023) in grado di produrre 5.361 GWh di energia, pari al 15% della produzione totale, seguita dal solare fotovoltaico con 3.054 MW di capacità installata al 2022 (3.300 MW al 2023) e una produzione di 4.190 GWh pari al 12% di quella totale.
Numeri che dovranno crescere di almeno altri 4.990 MW entro il 2030, secondo il decreto aree idonee, con un ritmo di 712 MW l’anno, ma che riteniamo possano essere molto più alti, pensando al potenziale che questa Regione, grazie alle sue caratteristiche, può dare al sistema energetico nazionale. Un potenziale in grado non solo di valorizzare i territori, ma anche di portare innovazione, posti di lavoro e sviluppo di filiere industriali a partire da quella dell’eolico offshore, senza dimenticare la valorizzazione dei porti, come quello di Brindisi e Taranto.
Occasioni importanti considerando che l’Italia, secondo il Global Wind Council, è il terzo mercato mondiale per lo sviluppo di eolico offshore galleggiante, con un potenziale di 207,3 GW per il solo eolico offshore galleggiante, rappresentando più del 60% del potenziale di energia rinnovabile complessiva, con Sardegna, Sicilia e Puglia tra le aree di maggiore potenzialità. Un potenziale che porterebbe alla nascita di almeno 27.000 nuovi posti di lavoro.
Di questi temi ne hanno discusso questa mattina: Giorgio Zampetti, Direttore generale di Legambiente, Alice De Marco, Portavoce di Goletta Verde, Doretto Marinazzo, Responsabile energia di Legambiente Puglia, Daniela Salzedo, Presidente Legambiente Puglia, Luigi Amitrano, Capitano di Vascello Della Capitaneria di Porto di Brindisi , Salvatore Zarcone, Presidente Lega Navale Italiana Brindisi, Nanni Palmisano, Direttore Legambiente Puglia, Giuseppe Marchionna, Sindaco Brindisi, Anna Maria D’Agnano, Dirigente ARPA Puglia, Ksenia Balanda, General manager JV Nadara-BlueFloat Energy per l’Italia.
“La Puglia non può più investire sulle fonti fossili, ma deve puntare all’energia pulita da fonti rinnovabili – dichiara Daniela Salzedo, presidente Legambiente Puglia. C’è un grande fermento sul piano delle rinnovabili in Puglia, solo parlando di eolico offshore, infatti, sono infatti 38 le richieste di connessione alla rete fatte a Terna, per un totale di quasi 28 GWh. Numeri che non rappresentano i progetti che verranno realizzati, ma raccontano opportunità di sviluppo importante, soprattutto pensando anche alle filiere che si possono sviluppare. Ma per condurre la giusta transizione energetica è necessario che i progetti vengano guidati attraverso percorsi di partecipazione in grado di coinvolgere i territori nella direzione di una Regione 100% rinnovabile”.
“Ci sono voluti 14 anni per realizzare il primo parco eolico d’Italia e il più grande del mediterraneo a Taranto, ma non possiamo permetterci di aspettare altrettanti anni per far vedere la luce ad altri progetti – dichiara Giorgio Zampetti, Direttore di Legambiente. Purtroppo, anche con il Decreto Aree Idonee del giugno 2024 il Governo aumenta le barriere per lo sviluppo delle rinnovabili in Italia, con una delega in bianco alle Regioni che consente di rivedere le regole anche in modo retroattivo. Così il Governo rinuncia a fare sistema e sceglie di non tutelare gli investimenti rinnovabili in Italia, che ammontano a più di 40 miliardi, destinati ad aumentare significativamente in vista degli obiettivi al 2030. La chiave deve essere un percorso partecipato che veda come attori le istituzioni, le imprese e la cittadinanza, per acquisire la consapevolezza necessaria del potenziale di queste tecnologie in questo territorio, e garantire impianti fatti bene per la produzione di energie da fonti pulite e rinnovabili.”
La regione Puglia ad oggi ha tutte le carte in regola per diventare leader del settore, basti pensare alle 38 richieste di connessione alla rete fatte a Terna, che seppur non rappresentano i numeri di realizzazione o presentazione dei progetti veri e propri testimoniano un grande interesse e fermento verso queste tecnologie e verso la Regione. Numeri confermati dai 22 progetti presentati al MASE e in valutazione, per complessivi 21,3 GW di potenza. Parliamo di 20 progetti galleggianti, con distanze dalla costa tra gli 8 e i 42 km, e due con tecnologie fissa con distanze di 8 e 10,5 km. Progetti che vedono ad oggi il protagonismo di almeno 20 diverse imprese e che richiedono l’avvio di una discussione e di un confronto tra istituzioni, comunità e imprese che governi questa transizione verso l’obiettivo di produzione di energia elettrica 100% rinnovabile.
Sono diversi i vantaggi portati dall’eolico offshore, che vanno dall’importante contributo in termini energetici, di indipendenza dalle fossili e dalle importazioni portando di conseguenza ad una maggiore sicurezza energetica. Inoltre, Legambiente ricorda nel suo report Finalmente offshore, che gli impianti se ben progettati e gestiti – come dimostrano tanti casi nel nostro Paese – sono un alleato per contrastare la crisi climatica e le sue conseguenze anche in termini di perdita della biodiversità e di impatto sul paesaggio. La loro realizzazione va quindi vista in un quadro più complesso e la valutazione sulla loro efficacia, sia rispetto al contributo contro l’emergenza climatica sia in termini di occasioni di sviluppo locale. Per questo è fondamentale che l’attenzione sia posta in tutte le fasi di sviluppo di un impianto, che va dalla fase preliminare alla sua rimozione, passando per la costruzione dell’impianto, il suo funzionamento e l’eventuale repowering.
Fondamentale però che il Governo italiano concluda le procedure per la Pianificazione degli Spazi Marittimi, tema che vede il nostro Paese già in procedura di infrazione. E che questo sia accompagnato da una cabina di regia che permetta di organizzare meglio le richieste di connessione e prevedere un costante dialogo tra Terna, gli operatori del settore eolico offshore e il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, per rendere possibile una migliore gestione delle domande anche rispetto alle autorizzazioni rilasciate. Ad oggi, infatti, non esiste alcuna integrazione tra il sistema che raccoglie le richieste di connessione alla rete elettrica e il sistema che raccoglie le richieste per le procedure di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA).
“L’eolico offshore galleggiante è molto più che una fonte di energia green in aggiunta a quelle esistenti. Rappresenta infatti, e primariamente, una grande opportunità di reindustrializzazione e un volano importantissimo per la crescita economica del Paese, in particolare per le regioni del Mezzogiorno”, ha dichiarato Ksenia Balanda, general manager JV Nadara – BlueFloat Energy per l’Italia, che sta sviluppando due parchi eolici offshore galleggianti in Puglia, Kailia in provincia di Brindisi, e Odra, in provincia di Lecce. “Sviluppare eolico offshore – una tecnologia che siamo orgogliosi che Legambiente abbia sin dal principio sostenuto e che ne rispecchia i valori – significa creare una filiera che va dalla produzione dei materiali in loco, allo sviluppo delle infrastrutture locali, fino alla gestione e manutenzione degli impianti da parte di addetti specializzati. Solo per i nostri progetti pugliesi questo si traduce in circa 8 miliardi di euro di investimenti privati e un potenziale occupazionale di 4700 posti di lavoro nelle fasi di costruzione e assemblaggio, che potranno arrivare a 8000 nei periodi di picco. I risultati in quest’ottica cominciano a vedersi: abbiamo accolto con grande favore la candidatura congiunta dei porti di Brindisi e Taranto per diventare, insieme, un hub per l’industria eolica marina nel Sud Italia, che rappresenterebbe una grande opportunità di rilancio per i due porti, di lavoro per le aziende pugliesi e di formazione qualificata per tantissimi giovani”. Giunta alla 38esima edizione, Goletta Verde ha come partner principali ANEV, CONOU, Novamont e Renexia, partner della tappa pugliese Nadara-BlueFloat Energy e la media partnership de La Nuova Ecologia. Info su: https://golettaverde.legambiente.it/