L’Ordine dei Medici incontra le associazioni civili
“Il Piano di Riordino Regionale ospedaliero non ha mai trovato compiuta attuazione nella provincia di Brindisi compromettendo la sicurezza delle cure erogate. L’irrituale, e per molti aspetti discutibile, dichiarazione dello stato di emergenza da parte della ASL Br, è solo la naturale conseguenza di una tragedia annunciata. Chiediamo pertanto un’assunzione di responsabilità alla Regione Puglia e alla Asl di Brindisi e pretendiamo l’esigibilità del Piano stesso”. E’ questo quanto dichiarato questa mattina dal presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Brindisi, Arturo Oliva, durante un incontro con le associazioni civili del territorio brindisino. Così come annunciato nei giorni scorsi il presidente Oliva ha ospitato presso la sede provinciale dell’Ordine i rappresentanti dell’Associazione Cuore di Donna, Fondazione Di Giulio, Andos Brindisi, Forum Società Civile Ostuni, AIL Brindisi, Brindisi Cuore, e TDM- Cittadinanza Attiva. E’ stata questa l’occasione per sviscerare le criticità non solo dei Pronto Soccorso del territorio provinciale, ma anche quelle che sono le problematiche legate alle gestione e alla fruibilità delle prestazioni nelle strutture ospedaliere brindisine a partire dallo stato dell’arte dell’applicazione del Piano di Riordino ospedaliero che avrebbe dovuto trovare completa attuazione entro il 31 dicembre del 2019, con il potenziamento dell’offerta prevista nel 2020 ,dopo l’esperienza Covid, con l’incremento dei posti letto della Rianimazione.
“Il Piano di Riordino ospedaliero è stato approvato nel 2020- sottolinea il presidente Oliva- lo stesso Michele Emiliano firmava in calce il documento che riportava in grassetto” è fatto obbligo a chiunque spettava di osservarlo e farlo osservare”. A fronte di questa precisa disposizione il Piano è stato applicato solo parzialmente. Oggi noi ne pretendiamo la piena esigibilità”. Sono trascorsi oltre due anni e negli ospedali della provincia di Brindisi mancano oltre 130 posti letto. Un esempio per tutti, la discrepanza fra la previsione della dotazione dei posti letto della Terapia Intensiva nel Piano licenziato dalla Regione 55 posti e quelli effettivamente fruibili (16) : ospedale Perrino 39 posti, 8 nell’ospedale di Ostuni ed 8 in quello di Francavilla Fontana, per un totale di 55 posti letto. Di contro sono fruibili complessivamente, Covid e no Covid, solo 16 a Brindisi, zero per Francavilla Fontana e zero per Ostuni, senza considerare la esigua consistenza della dotazione organica di anestesia e rianimazione. Il modulo esterno al Perrino di Brindisi destinato proprio alla Terapia intensiva Covid è in disuso da quasi due anni. Quello del Pronto Soccorso è solo la punta dell’iceberg della carenza di personale che in realtà interessa la maggioranza delle strutture ospedaliere . E’ di questi giorni il caso della Chirurgia Senologica del Perrino, struttura pubblica con bacino d’utenza comprendente l’intero Salento . “E’ impensabile che un’unità operativa così strategica, ma con una dotazione organica risicatissima- dice Oliva- possa essere privata delle prestazioni di un medico spostato in Pronto Soccorso senza temere ripercussioni assistenziali nel reparto di provenienza; né si può pensare di sopperire alle carenze d’organico ricorrendo sempre a prestazioni aggiuntive, visto che già normalmente questi professionisti lavorano ben oltre il normale orario di servizio orario per coprire i turni”.
Resta inoltre il nodo dell’ irrituale dichiarazione dello “stato di emergenza” da parte della Asl di Brindisi riscontrata dalle Autorità regionali con nota del Dipartimento che, pur riconoscendo le criticità evidenziate, raccomanda comunque la definizione di procedure specifiche, validate dal referente rischio clinico, che ben definiscano ruoli e responsabilità, evidentemente considerando ,al pari di Questo ordine dei medici , l’inderogabilità dell’ indissolubile binomio del diritto alla salute e sicurezza della cure, principi sanciti sia dall’art. 32 della costituzione che dall’articolo 1 della così detta legge Bianco Gelli che non possono essere negati per un’irrituale e discutibile dichiarazione di stato di emergenza.
I rappresentanti delle associazioni dei cittadini hanno animato la discussione con numerosi interventi ed hanno, al termine dell’incontro, stabilito di produrre un documento congiunto che sarà sottoposto all’attenzione dell’Azienda Sanitaria Locale e della stessa Regione Puglia.