“Non basta indignarsi. Non è vero che in politica sono tutti uguali”

“Non basta indignarsi. Non è vero che in politica sono tutti uguali”
Riceviamo e pubblichiamo una nota del segretario cittadino Vito Birgitta

Nelle ultime settimane sono tornate nuovamente a circolare sugli organi di stampa notizie su presunte assunzioni clientelari e presunte pratiche di vario tipo tese a favorire gli amici degli amici.
Notizie che gettano nuovamnete ombre sulla politica o per meglio dire sugli interpreti della politica, anche perchè, come spesso capita, se ne parla per un po e poi tutto torna a tacere.
Il risultato è che al di la della veridicità delle vicende narrate, a rimetterci, oltre a coloro (soprattutto giovani) che pensano che sia impossibile trovare una occupazione attraverso percorsi di selezione chiari, è proprio la politica.
Perchè perde quel poco di credibilità che ancora detiene ossia la convinzione (illusione?) di alcuni, che le cose possano cambiare e che per questo decidono di participare attivamente alla vita politica, salvo poi allontanarsene di fronte alla constatazione che nulla sembri mutare.
Oggi, questa dissillusione appare ora ancora più marcata perchè prodotta in costanza di una amministrazione che si è attribuita, addirittura ancor prima di essere eletta, il copyright della trasparenza, della legalità e della discontinuità con le altrettanto presunte pratiche clientelari del tanto osteggiato passato.
Insomma, la celeberrima politica del predicare bene e razzolare male, che non è solo di chi promette di non fare qualcosa ma poi la fa, ma è anche di chi si gira dall’altra parte.
Proprio per questo motivo, in politica, non basta solo indignarsi.
È necessario agire e mettere in campo ogni opportuna azione politica per impedire che becere attività rendano vano il servizio di chi crede ancora che la politica sia lo strumento principale per sglioglire i nodi sociali e rendere possibile che ognuno esprima la unicità di se, ovvero raggiungere il Bene Comune.
In altre parole, non basta che qualche esponente politico dica che dette pratiche clientelari rappresentano un reato, perchè un’affermazione del genere fa il paio con quanto dice l’uomo della strada quando sostiene che “tanto sono tutti uguali”, riferendosi a chi svolge attività politica o ricopre ruoli istituzionali; la questione non è se dette pratiche siano o meno dei reati (di questo se ne occupa la magistratura).
Il tema è cosa deve fare la politica affinchè gli autori di queste pratiche o anche solo coloro che non le ostacolino, non gettino ombre su tutta la politica.
Per questo auspichiamo che tutte le forze politiche organizzate (partiti e movimenti), sia rappresentate in Consiglio Comunale o comunque presenti sul nostro territorio, abbiano uno scatto di orgoglio e, prima ancora che sia la magistratura eventualemente ad intervenire, si adoperino affinchè la politica riacquisti la dignità che si deve ad un arte che deve ritornare ad essere un modo di servire la comunità.
Pertanto, invitiamo i responsabili, i coordinatori e i segretari di tutti i partiti e movimenti politici, a sottoscrivere una richiesta di incontro con il Prefetto al fine di chiedergli di adoperarsi, per quanto di sua competenza, a verificare se siano state effettivamente compiute pratiche clientelari.
La poltica deve riappropriarsi anche della capacità, non di autoassolversi, ma di non farsi inquinare.
E questo va fatto per il bene della città, della politica e di coloro che la vogliono esercitare senza sentirsi dire “siete tutti uguali”.

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