“Non capiamo l’esigenza di introdurre regole e divieti anche andando in controtendenza alle disposizioni adottate dal Governo”
Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma del Segretario Cittadino del PRI e del Capogruppo Consiliare relativo al Regolamento sui dehors approvato nell’ultima seduta del Consiglio Comunale.
Siamo per le regole.
Anche in un settore così delicato come quello del commercio.
Lo abbiamo dimostrato presentando un ordine del giorno sui mercatini, che è stato fatto proprio dall’intero Consiglio Comunale, con cui si impegna il Sindaco e la Giunta Comunale alla adozione di un Regolamento che disciplini un settore che era diventano un vero e proprio far west.
Non capiamo, però, l’esigenza di introdurre regole e divieti anche andando in controtendenza rispetto alle disposizioni che vengono adottate dal Governo Nazionale o dal Parlamento della Repubblica.
Accade così che con il decreto di “Contrasto agli effetti economici ed umanitari della crisi ucraina” (detto anche decreto “taglia prezzi”) si stabilisce che tutte le autorizzazioni già concesse ai bar e ristoranti per l’occupazione del suolo pubblico sono prorogate al 30 settembre 2022 ed ancora che, sino a tale data, la posa in opera di elementi o strutture amovibili sulle pubbliche vie, strade e sugli altri spazi aperti urbani di interesse storico od artistico non è subordinata alle autorizzazioni delle Soprintendenze o del Ministero per i beni e le attivitàculturali e per il turismo nel mentre a Brindisi si adotta un regolamento sui dehors, dichiarato immediatamente esecutivo, in cui viene introdotto un divieto di collocare sedie, tavolini e ombreggianti su 32 aree tra le più belle della città, mortificando così lo sviluppo turistico e commerciale del centro storico.
Nel corso del dibattito consiliare sono emerse due criticitàche devono fare riflettere.
Da un lato la rinuncia delle forze politiche che amministrano la città al potere di indirizzo e controllo che spetta agli Organi di governo e che trova proprio nella attività regolamentare la sua massima espressione.
Sembrerebbe, infatti, che tale divieto sia stato concordato dalla Dirigente del settore urbanistica con la Soprintendenza senza che nulla sapessero gli Organi politici.
Dall’altro la spaccatura sempre più palese tra il gruppo del Partito Democratico e sue vari propagini e quello di Brindisi Bene Comune con quest’ultimo a farla da padrone sulle scelte più importanti per la città.
Del resto questa frattura era già apparsa evidente a proposito del Documento Programmatico Preliminare al Piano Urbanistico Generale con le dichiarazioni del Segretario Cittadino del PD che, da novello Bartali, dichiarava che “era tutto sbagliato e tutto da rifare” cui aveva da subito fatto eco la replica dell’Assessore Borri di aver concordato il testo del DPP con il Sindaco, massima espressione del Movimento Brindisi Bene Comune.
Ancora una volta, al momento del voto, il PD ha dimostrato di essere prono ai voleri dell’ingombrante partner di maggioranza.
E tanto ad un anno dalle elezioni per il rinnovo della carica di Sindaco e dei componenti il Consiglio Comunale in cui il PD dovrà decidere su quale candidato puntare per riproporsi al governo della città sapendo bene che il consenso dei cittadini verso questa Amministrazione èprossimo allo zero.