Ostuni, riparte “Un’emozione chiamata libro” con Greppi, Ligorio e Pomella
Dopo le anteprime andate in scena nel giugno scorso, ripartono le attività di “Un’emozione chiamata libro”. Giunta alla sua 27esima edizione, l’evento è realizzato per il secondo anno consecutivo dall’associazione “Una Valle di Libri” in collaborazione con il Comune di Ostuni – Assessorato alla Cultura. Ospiti dei prossimi appuntamenti Carlo Greppi, Diana Ligorio e Andrea Pomella.
Si riparte domani, 13 luglio, alle ore 21.00 nel chiostro di Palazzo San Francesco. Qui Carlo Greppi presenterà il suo libro edito da Laterza “Un uomo di poche parole – storia di Lorenzo che salvò Primo” e dialogherà con Francesca Lopane. Il giorno successivo (14 luglio, ore 21) sarà ospite della kermesse letteraria Diana Ligorio che presenterà il suo “Occhi di lupo, cuore di cane. La vita invisibile di un agente della DIA”. A dialogare con l’autrice, nel chiostro di Palazzo San Francesco, sarà Alessandro Nacci.
A chiudere la prima parte del calendario dell’Emozione Chiamata Libro, ancora nel chiostro di Palazzo San Francesco, ci sarà Andrea Pomella con il romanzo “Il Dio Disarmato” (ed. Enaudi). L’appuntamento è per sabato 15 luglio 2023 alle ore 21.00 e a dialogare con l’autore ci sarà Sergio Montanaro.
Riguardo all’appuntamento di domani, ricordiamo che Carlo Greppi, dottore di ricerca in Studi storici, collabora con Rai Storia – come presentatore, inviato e ospite – ed è membro del Comitato scientifico dell’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti”. Il suo libro L’ultimo treno. Racconti del viaggio verso il lager (Donzelli 2012) ha vinto il premio “Ettore Gallo”, destinato agli storici esordienti. Per Feltrinelli ha pubblicato La nostra Shoah. Italiani, sterminio, memoria (2015), il saggio Uomini in grigio. Storie di gente comune nell’Italia della guerra civile (2016) e i romanzi per ragazzi Non restare indietro (2016, premio Adei-Wizo 2017, sezione ragazzi), Bruciare la frontiera (2018), 25 aprile 1945 (2018), L’età dei muri, breve storia del nostro tempo (2019) e Si stava meglio quando si stava peggio (2021). Nel 2017 ha vinto il premio “DIG Awards – Documentari, Inchieste, Giornalismi”, con il film-maker Giampaolo Musumeci, per lo sviluppo di un progetto di documentario intitolato No Border. Militanti ai confini dell’Europa. Collabora anche con il blog culturale Doppiozero e con la Scuola Holden (Biennio in Storytelling & Performing Arts). Socio fondatore dell’associazione Deina e presidente dell’associazione Deina Torino, organizza da diversi anni viaggi della memoria e di istruzione, con i quali ha accompagnato oltre ventimila studenti provenienti da tutta Italia ad Auschwitz e in altri ex lager del Terzo Reich, alla scoperta della storia.
Il Libro
In Se questo è un uomo Primo Levi ha scritto: «credo che proprio a Lorenzo debbo di essere vivo oggi». Ma chi era Lorenzo? Lorenzo Perrone, questo il suo nome, era un muratore piemontese che viveva fuori dal reticolato di Auschwitz III – Monowitz. Un uomo povero, burrascoso e quasi analfabeta che tutti i giorni, per sei mesi, portò a Levi una gavetta di zuppa che lo aiutò a compensare la malnutrizione del Lager. E non si limitò ad assisterlo nei suoi bisogni più concreti: andò ben oltre, rischiando la vita anche per permettergli di comunicare con la famiglia. Si occupò del suo giovane amico come solo un padre avrebbe potuto fare. La loro fu un’amicizia straordinaria che, nata all’inferno, sopravvisse alla guerra e proseguì in Italia fino alla morte struggente di Lorenzo nel 1952, piegato dall’alcol e dalla tubercolosi. Primo non lo dimenticò mai: parlò spesso di lui e chiamò i suoi figli Lisa Lorenza e Renzo, in onore del suo amico.