Porto, Lo Martire: “Ho provato a far ragionare il sindaco ma è tutto inutile”
Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma di Carmela Lo Martire – Consigliere comunale Brindisi
Nella solitudine dei banchi quasi vuoti dell’opposizione, in Consiglio comunale ho provato a indicare al sindaco ed ai suoi uffici gli errori interpretativi e procedurali che si stavano commettendo su una materia di estrema importanza per il futuro della città, quale quella del nuovo Piano regolatore portuale. L’amministrazione comunale, more solito, non ha inteso però ascoltare i rilievi costruttivi e argomentati che provengono al di fuori della loro stretta cerchia di eletti (scherzosamente mi verrebbe di definirli “ottimati”): pertanto, molto probabilmente si andrà incontro all’ennesimo conflitto, questa volta giudiziario, con l’Autorità portuale.
Quello che mi sono permessa di rilevare al sindaco, infatti, è che la legge sul punto lascia intendere che la pianificazione – da parte del Comune – delle aree di interazione porto-città può avvenire solo a seguito della approvazione del Piano regolatore portuale, mentre per i collegamenti di ultimo miglio è richiesta la previa intesa con l’ente portuale. Di conseguenza, non essendo stato ad oggi approvato il Prp, la delibera del Comune di Brindisi è da intendersi come una probabile e non opportuna invasione di campo destinata soltanto a creare confusione e contrasti. Pratica, quest’ultima, che in verità era già stata messa in atto quando l’amministrazione comunale ha pianificato le aree di interazione città-porto nel Documento programmatico preliminare, senza previa consultazione con AdSP.
Ad avviso della scrivente è quindi assolutamente fallace la ricostruzione del sindaco secondo la quale il Comune può pianificare le aree di interazione sulla scorta del mero Documento di Pianificazione Strategica di Sistema (Dpss), che ha valenza solo programmatoria. Non è la prima volta, purtroppo, che questa maggioranza non ascolta ragioni e predilige lo scontro inter-istituzionale, scelta che sicuramente ha gravi ripercussioni negative sulle prospettive di sviluppo e sull’immagine della città.
Ciò che non si vuole comprendere è che sottrarre le aree retroportuali e le banchine con funzioni operative portuali alla pianificazione di favore dell’AdSP, significa remare dalla parte opposta rispetto all’indirizzo dato dagli ultimi governi in merito alla necessità di semplificare nell’ottica della realizzazione delle opere infrastrutturali e dell’attrazione di investimenti. Il Comune di Brindisi, invece, ad onta di ogni indirizzo e norma, pretende di arrogarsi di prerogative non proprie, aggiungendo vincoli e limiti che impediscono agli operatori portuali ed ai grossi gruppi imprenditoriali interessati di portare avanti i loro programmi di investimento su Brindisi con le indubbie ricadute in termini occupazionali.
Un atteggiamento che non posso condividere e mi rammarica parecchio poiché finalmente sembrano presentarsi le condizioni per una ripresa economica e sociale di una città attualmente in grandi difficoltà.