
Punti di vista, Antonio Annibale, Consulente Sicurezza, Ambiente: “Quando le credenza ambientalista dientano Oscurantiste e Perverse”


Di seguito il testo:
“QUANDO LE CREDENZE AMBIENTALISTE DIVENTANO OSCURANTISTE E PERVERSE. – Ovvero come osservare veramente la complessità della natura sapendo di essere noi stessi osservati da lei.”
<<Bertrand Russell, filosofo e matematico britannico, scomparso nel 1970, era contrario a qualunque forma di dogmatismo e di ostilità al progresso. Le sue opere erano rivolte a contrastare la diffusione dell’ignoranza. Con i suoi lavori infatti ha cercato soprattutto di dimostrare come l’ignoranza la si può notare subito perché si esprime con la costruzione volontaria della “non conoscenza” e cioè del mancato approfondimento – che, a sua volta, si pone come ottima sponda e humus perfetto per l’ignoranza strategicamente istigata. Ma con l’ignoranza si permette a qualcuno, gli stupidi, a utilizzarla come interesse strumentale a mantenerla come principio di riferimento, slegata dalla realtà per il proprio tornaconto.
Ecco che quindi molte e non ci accorgiamo che viviamo di credenze e quindi, a causa di ciò di conformismo.
Quando pensiamo che il solo fatto che un’opinione ampiamente condivisa corrisponda senza dubbio al vero, stiamo commettendo un gravissimo errore perché, anzi, la condivisione non è affatto una prova che non sia completamente assurda. Questo perché, considerata la stupidità della maggioranza degli uomini, è più probabile che un’opinione diffusa sia cretina anziché sensata.
E già ahimè e proprio così. Ho capito che il credere è una attività della mente che è più forte del pensare. Grazie a questo, cioè al credere, che la selezione, attraverso la quale ha preso forma la specie umana, ha potuto plasmare dei meccanismi cognitivi che fabbricano credenze. Grazie ad essi l’ uomo ha sviluppato la cultura e la vita sociale.
Ed ecco spiegato quindi il paradosso di Russell sul credere, CREDO NON QUOD SED QUIA ABSURDUM (traduzione: È certo perché è impossibile, credo perché è assurdo). Credere è una forma di pensiero che, pur pensando che sia svalutata ai giorni nostri, non può mancare, perchè senza di essa non si potrebbe andare avanti in una società di massa per lo più globalizzata.
Ecco perché ne abbiamo bisogno: “non riesco a vedere il tutto connesso e allora credo, non in quanto assurdo ma per il fatto che è assurdo ed ecco che allora è per questo che ci credo…” Così la Terra per qualcuno ritorna ad essere piatta oppure l’ uomo non è mai andato sulla luna, ecc. ecc.
Io sono un misero e semplice consulente ambientale da più di 30 anni. Un consulente con l’animo ambientalista che quando vede che il credere ignorante diventa predominante, in un mondo che sembra assopito alla ricerca dell’apprendimento per l’individuazioni a scelte condivise, sento l’obbligo di dire “non ci sto”.
Vi sembrerà strano che in questa nota ho parlato di filosofia, di comportamento umano, di relazioni sociali e nessun riferimento alle problematiche ambientali.
Eppure non è così strano perché ho capito che è indispensabile partire da singole discipline del sapere (biologia, filosofia, economia, ecc.) per poi connetterle tra loro e, facendole dialogare se si vuole agire positivamente sull’ambiente.
Non si tratta solo di cercare i punti di contatto già esistenti tra le diverse discipline, secondo un approccio interdisciplinare – già di per sé indispensabile per non continuare a ragionare per compartimenti stagni che non comunicano tra loro – ma anche, e soprattutto, di far emergere attraverso una modalità transdisciplinare che tenga conto della complessità.
La scienza della complessità studia le interrelazioni tra i fenomeni della vita, nascendo essa stessa come interrelazione tra le diverse discipline: coniuga le scienze naturali con le scienze umane, lo scientifico con l’umanistico, l’osservatore con l’osservato, scardinando in tal modo tutti i presupposti posti alla base dell’edificio meccanicista.
Applicando un approccio qualitativo all’analisi dei fenomeni, la scienza della complessità consente di comprendere come funziona l’insieme, svolgendo un’analisi sia del tutto che delle relazioni tra le parti che compongono il tutto, in un sistema dinamico di relazioni.
E quindi con essa scardinare l’ignoranza delle credenze.
Questo però non si può descrivere in un solo testo. È un viaggio in cui è necessario svuotare la nostra “tazza del thè” delle nostre credenze e iniziare un nuovo viaggio meraviglioso in un deserto che manifesta sempre più, osservandolo con nuovi occhi, rigoglioso e vederlo tornare alle origini togliendo i granelli di sabbia uno alla volta, uno alla volta, avendo però consapevolezza della sua disarmante complessità.