Quarta (F.I.): “ Si istituisca un fondo povertà con il taglio degli stipendi e dello staff”
La nota di Gianluca Quarta, Consigliere comunale di Forza Italia
Disorienta la metamorfosi di Riccardo Rossi da movimentista a sindaco. Dov’è finito l’idealista che parlava di democrazia partecipata, che denunciava le lottizzazioni politiche, che moraleggiava sul fatto che “bisogna abituarsi a fare politica pagando e non incassando”? Quel Rossi francescano adesso si vedrà accreditare sul suo conto uno stipendio dapprima di 7.000 euro lordi, poi di 8.000 euro fino ad arrivare ai 9.660 euro mensili dal 2024. Stessa percentuale di aumenti per assessori, vicesindaco e presidente del consiglio. Per i consiglieri comunali, invece, l’amministrazione comunale ha intenzione di confermare il taglio del 15% sulla parte coperta dalla casse comunali. Se è vero, infatti, che gli aumenti sono stati stabiliti dal Governo nazionale e saranno garantiti da un fondo statale, è vero anche che sindaco e giunta possono rinunciare come fatto dall’assessore al Bilancio Saponaro, o meglio ancora possono effettuare sulla parte di stipendio comunale lo stesso taglio previsto per i consiglieri.
In una città in predissesto, con cittadini che pagano tasse al massimo delle aliquote e che subiscono tagli ai servizi, è normale vedere un sindaco che regala 400.000 euro al suo staff (dopo aver dichiarato in campagna elettorale che lui non avrebbe seguito le orme dei suoi predecessori “per non sottrarre fondi al personale degli asili nido”) e che consente l’aumento del 114% degli stipendi senza disporre un taglio e contestualmente un fondo povertà dove far confluire quelle risorse immeritate?
Per questo ripropongo al sindaco la mia disponibilità a rinunciare ai gettoni di presenza se lui e la sua giunta provvederanno a decurtare i loro stipendi ed a rinunciare allo staff (per questo ultimo anno di mandato) come promesso in campagna elettorale, istituendo un fondo per aiutare i brindisini in difficoltà. Tra le richieste al sindaco, però, ne va aggiunta un’altra, perché qui è in discussione anche la qualità del lavoro della politica. Sarebbe opportuno rendere pubbliche le commissioni consiliari così da consentire ai cittadini di farsi un’idea. Ovunque le commissioni lo sono, perché a Brindisi si deve mantenere questo livello di opacità? Si ha forse paura che i brindisini possano assistere a uno spettacolo non proprio all’altezza della situazione?