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Tempi di attesa in pronto soccorso: il corporativismo medico del Perrino dice “No” a nuovi modelli organizzativi più efficienti

Tempi di attesa in pronto soccorso: il corporativismo medico del Perrino dice “No” a nuovi modelli organizzativi più efficienti

Sono anni ormai che sollecitiamo l’attivazione di percorsi diagnostico terapeutici rapidi che richiedono prestazioni
a bassa complessità con invio a team sanitari distinti da quelli del pronto soccorso, facilitando,contemporaneamente, l’integrazione tra i diversi servizi ospedalieri.
Il Fast Track, ad esempio, è un modello di risposta assistenziale alle urgenze minori di pertinenza mono specialistica (ad es. oculistica, otorinolaringoiatrica, odontoiatrica, ginecologica/ostetrica, dermatologica), alle quale nella fase di Triage è stata attribuita una codifica di urgenza minore. L’attivazione si avvia dal Triage ed è condotta sulla base di specifiche linee guida e di protocolli validati localmente che, in presenza di un quadro di patologia minore con chiara pertinenza mono-specialistica, consentono di inviare il paziente direttamente allo specialista competente.
Altro esempio di modello organizzativo introdotto in diverse realtà del panorama nazionale è il See and Treat
(vedi e tratta), nel quale il paziente viene preso in carico in una determinata area del Pronto Soccorso idonea allo
svolgimento delle funzioni previste da protocolli medico-infermieristici approvati dalla Direzione Sanitaria, ove
l’infermiere in possesso di formazione specifica applica le procedure del caso e, previa condivisione con il medico,
assicura il completamento del percorso.
L’adozione di tali modelli clinici-organizzativi potrebbe valorizzare ulteriormente la funzione di Triage, migliorando l’appropriatezza di trattamento grazie alla possibilità di attivazione di percorsi differenziati di presa in carico all’interno del pronto soccorso affinché l’infermiere possa intraprendere alcuni trattamenti rientranti nel
proprio campo di competenze, come avviene altrove in Italia.
Ma, come spesso succede, cultura e corporativismo finiscono spesso col trovarsi su fronti opposti, tanto che la crescita professionale degli infermieri turba equilibri consolidati e diventa fonte di preoccupazione.
I medici temono, evidentemente, la perdita della centralità del medico come figura di riferimento nella gestione dei processi clinici e la concreta attuazione della ormai ampiamente riconosciuta autonomia professionale dell’infermiere.
Considerando l’attuale disastrosa situazione dei nostri pronto soccorso è evidente che si tratta di una “guerra tra poveri” ed in tutto ciò i pazienti/utenti soffrono la caparbietà dei Medici di voler tenere le nostre realtà in forte ritardo per quanto riguarda la pratica professionale degli infermieri.
Il Management aziendale ha il potere di correggere questa situazione e gli chiediamo di farlo nell’interesse dei
pazienti e il sistema sanitario provinciale.

Segretario territoriale NurSind Brindisi
Carmelo VILLANI

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